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Il talento sportivo: libro completo

Il talento sportivo

Estratto dal libro: Il talento sportivo: attuali prospettive di Fabio Perissinotti (Allenatore Atletica CERESIO).

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Il talento sportivo

Introduzione

L’individuazione dei talenti sportivi è un obiettivo che si perde nel- la “notte dei tempi dello sport”. ogni allenatore con un minimo di esperienza, e che magari è stato buon atleta nella disciplina che al- lena, è naturalmente convinto di avere occhio e intuito nello scorgere quei segnali, più o meno manifesti, che caratterizzano il giovane talento e futuro campione.

Normalmente si tratta di caratteristiche antropometriche, ovvero della statura e del morfotipo, e di indici di performance fisica come scattare, saltare, resistere, essere agili e particolarmente coordinati, che si traducono in eccellenti e temporanee prestazioni di gara a livello di campionato provinciale, regionale e nazionale, o di vittoria contro atleti della categoria superiore.

A volte gli allenatori osservano anche le attitudini psico-comportamentali che in effetti, come si evincerà nel testo, si sono dimostrate più predittive delle qualità atletiche in termini di concretizzazione del talento sportivo da adulti.

Dettò ciò, le statistiche indicano che in verità l’occhio dell’esperto alla fine “non ci azzecca”, o meglio, quando pensa di aver fatto centro, perché in effetti quel ragazzo è diventato un campione, sta solo eser- citando il bias (dispercezione) di conferma, ovvero sta osservando esclusivamente quello che avvalora le sue convinzioni, dimenticando, inconsciamente o meno, tutti gli altri potenziali talenti che aveva individuato e che non sono diventati professionisti, ma che rappresentano statisticamente la quota più elevata delle sue previsioni.

Naturalmente non sto affermando che l’esperienza dell’allenato- re e dei talent scout non abbia valore ma, come vedremo, questa esperienza assume significato concreto solo se, allo stesso tempo, cambia l’attuale sistema di approccio al talento sportivo. oggi è ancora in vigore un modello incentrato su uno schema piramidale, alla base del quale si selezionano precocemente i presunti talenti per inserirli nelle dinamiche agonistiche e federali, per sfoltirli a ogni passaggio di categoria in funzione dei risultati ottenuti. La ricerca attuale indica, però, che questo modello non funziona e che an- drebbe sostituito con un approccio più inclusivo, che permetta a un maggior numero di ragazzi con qualità atletiche e caratteriali di essere messi nelle condizioni di allenarsi in maniera ottimale e sotto la guida di allenatori esperti, nel rispetto dei ritmi di maturazione. Alla soglia dell’età adulta il vero talento, che permetterà il salto nel professionismo, si manifesterà definitivamente.

Naturalmente quello che ho descritto è una estrema semplificazione di un approccio più complesso e che deve poi essere declinato e adattato alle esigenze delle singole discipline sportive perché, ad esempio, lo sviluppo di uno sprinter, di un saltatore, di un calciatore, di un ginnasta o di una pattinatrice sul ghiaccio, sono caratterizzati da grandi differenze a livello dell’età a cui si raggiunge la massima prestazione e ai relativi livelli di maturazione biologica, così come dei parametri antropometrici, delle richieste atletiche e delle difficoltà tecnico-coordinative.

Inoltre, occorre considerare che questa proposta inclusiva neces- sita evidentemente maggiori risorse a livello economico, di attrezzature e di persone coinvolte nel progetto di maturazione dei giovani sportivi, e questo non sempre rispecchia le effettive disponibilità di società e federazioni sportive.

Resta il fatto che, per dirla con le parole contenute nella revisione di Vaeyens e al. (2008) e nel testo riassuntivo di Collins e MacNamara (2022), a oggi i dati scientifici inerenti all’identificazione precoce del talento sportivo sono davvero scarsi e contraddittori e ne consegue che vale la pena focalizzare maggiormente le risorse sullo sviluppo del talento più che sulla sua identificazione.

Sulla stessa scia, nella dichiarazione di consenso del Comitato olimpico Internazionale (CIO) relativa allo sviluppo degli atleti giovanili (Baker e al., 2017) è stata denotata una mancanza di consenso riguardo le “migliori pratiche” (best practice) per l’identificazione del talento, così com’è emersa una forte enfasi su strategie non inclusive, unidimensionali e poco predittive al posto di uno sviluppo efficace, individualizzato e a lungo termine. Inoltre, è stata denunciata una mancanza di chiarezza di ruolo e di aspettative tra le parti interessate (N.d.A.: atleti, allenatori, società sportive e famiglia) così come incoerenza nell’allineamento di strategia, pratica, supporto e costi.

Nella mia libreria conservo gelosamente un vecchio testo del 1977 intitolato Ricerca dei talenti sportivi, opera di un collettivo di Autori e edito da Società Stampa Sportiva. Accanto a questo libro è presente il numero 1, anno 1983, della rivista Scuola dello Sport, edita allora dal CONI, all’interno del quale sono contenuti diversi ar- ticoli dedicati all’argomento talento sportivo. Sulla medesima rivista nel periodo 1980-2010 son stati pubblicati ben 14 articoli sull’ar- gomento (Arpino e Gulinelli, 2011). Cito questi esempi a testimo- nianza di come la questione, anche in Italia, sia da sempre al centro degli interessi federali e di come questo argomento abbia subito, come nel resto del mondo, un forte influsso proveniente dalle ricer- che e dai concetti derivati delle Nazioni dell’ex blocco sovietico, in relazione alla meticolosa strutturazione della teoria dell’allenamento in questi Paesi e delle vittorie ottenute a livello olimpico nel corso del ventennio a cavallo tra gli anni ‘70 e ‘90. A rileggere oggi questi articoli è facile accorgersi di come le cose si siano evolute rapidamente e di come oggi possiamo guardare più avanti perché abbiamo a disposizione una mole di letteratura specializzata assai più ampia rispetto a un tempo, in gran parte proveniente dai paesi anglosassoni, anche se, come vedremo più avanti, sussiste un importante limite riguardo la qualità delle pubblicazioni scientifiche.

In questo testo ho cercato di integrare gran parte delle ricerche e dei concetti più attuali, unitamente alla mia esperienza di allenatore e di studioso della materia, così da ottenere una visione più ampia, completa e possibilmente aggiornata riguardo la selezione e lo sviluppo del talento sportivo. Auguro al lettore buona lettura, nella convinzione di essere riuscito a chiarire meglio alcuni concetti, in altre sedi presentati a volte in maniera frammentaria, e nella speranza di accendere ulteriori riflessioni sull’argomento.

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Il talento sportivo