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Relative Energy Deficiency in Sport e atletica

Di Fabio Perissinotti: allenatore FIDAL (Livello2), Allenatore Atletica CERESIO, Laurea in Scienze dello Sport, Master in Fisioterapia dello Sport.

Relative Energy Deficiency in Sport

La Sindrome del Deficit Energetico Relativo nello sport (Relative Energy Deficiency in Sport) è una condizione legata a una insufficiente assunzione di calorie per sostenere l’attività fisica di riferimento. Attenzione: basta anche una piccola ma costate carenza rispetto al fabbisogno e per questo motivo l’insorgere della REDs può essere difficile da notare.
In un primo tempo il corpo può mascherare questa condizione ma ben presto la sintomatologia diverrà evidente. La REDs non deve essere confusa con il disturbo alimentare, anche se quest’ultimo può essere presente come componente della REDs.
In definitiva il corpo, vista la mancanza di energia, entra in modalità risparmio, quindi rallenta i metabolismo, riduce la produzione ormonale e limita il recupero per favorire una minor attività fisica e preservare energia.

REDs e atletica leggera

Scrivo questo articolo perchè mi è capitato di osservare questa condizione nei giovani atleti, sopratutto ragazze praticanti sport di endurance. Il contenimento esasperato del peso corporeo è legato soprattutto a due motivi: miglioramento (temporaneo) della performance per aumento dell’efficenza metabolica e del VO2Max; problemi di immagine corporea legati a modelli di “definizione” esasperati promossi dai social media, spesso da modelle/modelli che fanno uso di doping.
L’allenatore  molte volte cerca risposta per il calo della prestazione nei programmi di allenamento e nella “testa” dell’atleta, senza accorgersi del problema alimentare, anche a causa della difficile comunicazione allenatore/atleta/famiglia.

Segnali precoci di REDs

Generali

  • Calo improvviso della performance
  • Affaticamento cronico
  • Modifiche dell’appetito
  • Cambio di umore
  • Disturbi del sonno
  • Malattie e infortuni frequenti (Rallentamento dei processi di riparazione)
  • Perdita di massa magra

Nei maschi

  • Diminuzione del testosterone
  • Calo della libido
  • Perdita di forza e capacità di sprint

Nelle femmine

  • Alterazione o scomparsa del ciclo
  • Riduzione degli estrogeni
  • Osteopenia e fratture da stress
  • Cambi di umore improvvisi

Cosa fare?

La risposta logica è quella, per un breve periodo di interrompere o diminuire sensibilmente l’allenamento. Contemporaneamente, occorrerà incrementare l’introito calorico di tutti i macro-nutrienti, senza però eccedere: occorre mangiare la quantità di cibo ideale in rapporto alla propria massa corporea e non sovra alimentarsi per compensare il deficit. Tutto il team deve supportare l’atleta: allenatore, società nutrizionista e famiglia.
Personalmente sono favorevole all’intervento di un dietologo solo a patto che il suo sia un ruolo primariamente educativo, quindi temporaneo. L’atleta deve imparare la “Diet Culture” e diventare autonomo nella gestione e nelle scelte alimentari affinchè i benefici rimangano nel tempo. I ragazzi devono capire che mangiare è parte integrante dell’allenamento quanto correre o saltare, e il cibo deve essere assunto non solo in ottica sportiva ma anche per la sua valenza conviviale.